Federico
Vianello
Foll'orafo dal 1982
Filosofo dal 1957
Funambolo dal 2010
Non sono un orafo tradizionale ma sono convinto che il gioiello debba accompagnare il corpo e non viceversa. Eppure continuamente mi domando se non potrebbe essere vero anche il contrario.
Preoccuparsi dell’indossabilità nel gioiello contemporaneo può essere un punto di forza ma anche un limite e la tentazione di oltrepassarlo è tanta …
I miei gioielli in oro, argento ma anche in materiali non convenzionali nascono da una continua osmosi fra ricerca formale e stilistica e conoscenze tecnologiche e metallurgiche, sia che si tratti di pezzi unici come di progetti per collezioni.
Nel mio laboratorio orafo utilizzo le più svariate tecniche e la più particolari lavorazioni artigianali, alcune molto antiche come la granulazione, il Keum-Boo, il Mokume–Gane, la reticolazione, la fusione in osso di seppia, ma ciò non mi impedisce però una continua ricerca e un felice empirismo.
Negli anni ho sviluppato alcune tecniche personali (…o segrete alchimie!) e le utilizzo per l’unione dei diversi metalli, o per originali trattamenti di superficie, ottenuti sia per reazioni chimiche/fisiche che per lavorazione meccanica.
Prediligo lavorare direttamente il metallo prezioso e creare pezzi unici non riproducibili in serie, ma lavoro anche in cera e in fusione per realizzare piccole collezioni di gioielli a costi più contenuti.
Creo gioielli in oro, argento, palladio, platino, bronzo, ferro, materiali plastici e di recupero (spesso abbinati fra loro); prediligo le superfici lavorate che distinguono i miei prodotti da quelli industriali. Amo le forme semplici e i volumi contenuti ma non disprezzo talvolta di lavorare over size! Talvolta sono minimalista, talvolta mi piace aggiungere decorazione e colore ai miei gioielli e così il trattamento dei metalli tende a renderli meno riconoscibili attraverso originali e colorate ossidazioni delle diverse leghe metalliche che creo nella mia officina/laboratorio.
Penso che i gioielli, e molti altri oggetti che ci circondano, debbano interagire con l’esterno e così riappropriarsi del loro specifico linguaggio (che non è solo quello dello status symbol). Il segno della manualità, oltre al segno dell’ingegno, sono entrambi segni che contano per ridare un’anima alle cose e ricondurci all'umano...
Segni che possono anche felicemente educarci ad un consumo più consapevole.
Federico Vianello Maestro orafo a Firenze dal 1982