Continuo questo mio blog in questa alternanza tra vecchio e nuovo riproponendovi questo mio scritto datato 3 Luglio 2012.
('Datato' non certo nel senso di 'inattuale o superato', almeno per lo scrivente)
Di segno in segno, ma cosa è dunque un segno?
E’ il segno di una firma o è il segno dell’artista? Il segno di una ricerca o il segno dell’ingegno? Il segno di uno stile o il segno della mano?
E cosa lascia un segno? Un’opera magistrale, un amore corrisposto, un doloroso rifiuto, un invenzione strepitosa o un ricordo indelebile?
E’ forse per questo che do così importanza al segno, e di segno in segno sono trent’anni che invento gioielli e architetto lezioni. Non mi riferisco certamente a quei segni facilmente riconoscibili e direi falsamente necessari, come il segno (...ripetuto e inalienabile) di un artista oppure a quello (ostentato ed esibito) di una 'firma', bensì, molto più semplicemente a quei molteplici segni personali necessari a ridare un ‘anima’ alle cose. Segni fatti di manualità, di ingegno e ricerca, di pazienza e passione; segni dunque che ci riconducano all’umano; al valore della diversità, della conoscenza, del saper fare e del saper scegliere. Dare valore al lavoro (che è anche umana fatica e sofferenza) è forse il solo modo che può educarci ad un consumo meno conformista, più consapevole e sostenibile.
Nei miei gioielli i ‘di-segni‘ (o le 'forme’) nascono quasi sempre dalla relazione e dalla tensione fra gli opposti, opposti che cerco di stringere in una nuova unità.
Prezioso/Comune Chiaro/Scuro Giocoso/Serioso
Vuoto/Pieno Conscio/Inconscio Puro/Impuro
Esplicito/Metaforico Semplice/Complesso
Wearable/unwearable...
Quel “matrimonio dei contrari” che, secondo Virginia Woolf, deve consumarsi nella mente dell’artista perché la creazione abbia luogo, è il rito officiato qui dalle immagini." (da "Una stanza tutta per sé" di Virginia Woolf, J. Rodolfo Wilcock, Livio Bacchi Wilcock)
Tutto è casuale/ Nulla è casuale? “E’ lo spazio fra le cose che mi intriga”!
Non è dunque un caso che la parola sia per me anche un 'segno', un segno da cui prendono forma alcune opere dai titoli curiosi, o almeno quelle che rappresentano i mio lavoro più propriamente artistico. Talvolta infatti è la ricerca semantica che libera poi la fantasia della forma, ma come è vero anche il contrario, e, solo dopo che le forme sono nate, si 'liberano' invece metaforici titoli o ironici giochi di parole.
In questo mio gioco, condotto con rigore, ma anche con leggerezza e divertimento, apro interrogativi senza volerli necessariamente chiudere in una risposta definitiva: come artefice non voglio elaborare né tesi né antitesi, ma cedere invece la parola alle ipotesi, necessario rimando alle non-finite risposte possibili.
Preferisco evocare piuttosto che provocare, mi affido allora alla metafora e all'ironia (evitando il sarcasmo) per mantenere l'equilibrio tra l'essere e il non essere...
Federico Vianello
per Microfficina Gioielli Artigianali Firenze
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