Non voglio assolutamente scrivere qui di questa pandemia ormai diventata pandemonio (…se ne parla già troppo ed è anche questo che ‘ci ammala’); quel che mi interessa però è il raccontarvi di come questa nuova collezione sia nata a cavallo tra il 2019 e il 2020…Presentimenti?
Forse, ma come già sapete la mia creatività prende spunto da analisi (o libere associazioni) sul significato, o sul significante, di una parola che in un certo momento emerge tra le altre. ...Riflettevo sul concetto di cura, cura che indubbiamente ogni artigiano mette in ciò che sta realizzando...
Il primo anello (in foto) l’ho donato a mia figlia Alma; mi capita spesso di provare (o far provare) il primo pezzo di una nuova serie per testarne qualità e difetti. Alma, indossato l’anello mi ha confermato che faceva proprio per lei! Da qui (ma non solo) il titolo della nuova collezione.
E' passato del tempo ma viviamo ancora in un momento difficile; ciò nonostante mi sento un uomo fortunato: ho pur sempre la possibilità di convogliare energie creative che altro non sono che energie di nuova vita...e dunque di futuro.
In questo tempo incerto e sospeso dovremmo tutti prenderci cura, sia di noi stessi che degli altri; può essere questa una tra le tante risposte per riprendere contatto con il profondo, con quell’anima che anima le cose.
(...Come già detto, ogni artigiano in questo è un maestro, se non altro per la cura che dedica ad ogni sua opera!)
L’anima, questa sconosciuta... e qui mi riferisco a quella parte più intima, segreta e contraddittoria, che rende ognuno di noi ciò che è: unico, particolare e diversamente abile! Quell’anima talvolta fragile e vulnerabile: chi non porta ferite? ...
Questi miei gioielli in argento o bronzo sono tutti pezzi unici, come è unica la nostra anima. Per la loro realizzazione ho utilizzato la tecnica della fusione in cera persa, prendendo le impronte della trama di diversi tessuti, prevalentemente garze per bendaggi (non a caso le più adatte alla cura!).
Quasi sempre prendono forma di anelli, invitando a fasciare le dita.
Talvolta di pendenti, a ricordare quel confine tra il cuore e la testa per cui così spesso l’anima soffre e si ammala.
Ma anche di orecchini (…giusto così per restare in ascolto!).
Spero vi piacciano e attendo le vostre domande o i vostri commenti salutandovi con questi primi pezzi della prossima collezione (a protezione dell'anima) e forse anche di un mio prossimo articolo…
Federico Vianello
Foll’orafo, Filosofo, Funambolo
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