Mi sono avvicinato a questa tecnica poco dopo aver aperto il mio primo laboratorio.
Mi appassionava all’epoca riscoprire antiche tecniche in disuso e tutto ciò che quasi alchemicamente trasformasse la materia e la sua superficie.
Oggi possiamo trovare molti tutorial sull’argomento, ma quando ho incominciato a creare i miei primi gioielli esistevano solo pochi testi che ne parlassero approfonditamente. (Oppi Untracht-Jewelry: Concepts and Technology)
La reticolazione consiste nel lavorare e modificare con la fiamma la superficie di lastre metalliche opportunamente preparate ottenendone una superficie corrugata molto simile all’increspature del mare o alla superficie di una roccia.
La tecnica non è poi così difficile da eseguire (a parte il saper padroneggiare l’uso del cannello e la sua giusta potenza e movimento) ma richiede lunghi tempi di preparazione delle lastre per un risultato ottimale. Diverse leghe metalliche possono essere reticolate comprese le leghe in oro ma l’argento a titolo 800%, (contenendo più rame rispetto all’argento 925%) è la lega più adatta.
Confesso di aver visto molti gioielli erroneamente definiti come reticolati perché in realtà riportavano superfici metalliche solo leggermente corrugate, superfici che erano state semplicemente portate a fusione superficiale con un effetto molto meno pregnante e un tantino deludente.
Sono previsti inizialmente diversi cicli di sbiancamento (o decapaggio) fondamentali a creare uno spessore di argento puro sulla superficie della lega d’argento; in seguito sono necessari almeno due o tre lunghi cicli di riscaldamento a circa 500 gradi (e successivo nuovo imbianchimento). Tale operazione di surriscaldamento è fondamentale per aumentare lo strato di ossidi di rame sotto la superficie del metallo puro e solo a questo punto le lastre sono pronte alla magia di essere reticolate.
Non resta che riscaldare ulteriormente e maggiormente la lastra precedentemente preparata ed ecco che avviene la magia, la superficie metallica incomincia a corrugarsi sempre che siate capaci di gestire bene il movimento e la giusta intensità della fiamma.
Ciò che di fatto avviene è la fusione solo all’interno della lastra in argento, essendo la sua superficie composta di un piccolo strato di argento puro che ha una più alta temperatura di fusione. I movimenti della fiamma guideranno (casualmente) questo spostamento di metallo liquefatto un po' come se muovessimo un liquido sotto una pellicola solida. Certamente bisogna porre molta attenzione a non riscaldare troppo la lastra fino a fonderne anche lo strato superficiale, anche se talvolta compiendo questo errore ne ho ottenuto un effetto cromatico strabiliante!
E’ tutto per ora, so di non aver fornito informazioni tecniche esaustive ma questo mio post non è stato scritto per essere un ennesimo tutorial sulla Reticolazione e i trattamenti di superficie ma vuol essere piuttosto un pre-testo per farvi entrare maggiormente in contatto con la passione e la curiosità che anima il mio lavoro artigiano. Grazie per l'avermi seguito fin qui!
Federico Vianello
Follorafo Filosofo Funambulo
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