“L’equilibrista gioca con la gravità dei sogni che ha nell’anima”
(da L'equilibrista Marta sui tubi, gruppo musicale)
Tutti sappiamo cosa è un’emozione ma ognuno di noi diversamente si emoziona.
Non sempre è facile esprimere ciò che proviamo come comprendere ciò che l’altro prova. Parlando di emozioni, l’esprimere comporta il lasciarsi andare, quanto il comprendere necessita di entrare in empatia … le parole, anche se possono aiutare, quasi mai saranno sufficienti a spiegare.
Mi è stato chiesto di scrivere qualcosa che faccia capire il mio lavoro e nel limite delle parole accetto la sfida. D'altronde ogni mio gioiello nasce da un emozione: quella con cui lo creo, e quella con cui spero verrà indossato. Naturale dunque che custodisca una sua piccola storia, fatta di passione e pensiero; chi mi conosce sa quanto a lungo ne potrei parlare, ma nello scrivere non è più così facile il racconto...
Raccontare/raccontarsi, racconto o cronaca? Presente, passato o futuro? Esperienza etica o esperienza estetica? Pensiero o sentimento? Gioielli: gioia o gioco? … Quanto è definibile la linea di confine?
Foll’orafo da più di quarant’anni, Il mio lavoro è dunque ancora in atto, ma insieme è già stato e sarà; per dirla come Richard Sennet, “il confine è un ‘margine ‘attivo’, ne retto, ne invalicabile”.
Come un filosofo amo allora ricercare nelle infinite coppie d’opposti che ci circondano e che nel con-fine trovano la giusta tensione: dal Puro all’Impuro, dal Giocoso al Serioso, dal Wearable all’Unwearable, cerco sempre un pretesto per il mio racconto e in queste opposizioni trovo la costante del mio lavoro … e talvolta anche le mie emozioni più profonde.
Ogni piccolo o grande universo è sempre in espansione e trova naturalmente l’equilibrio in una sua caotica armonia; non mi interessa allora essere coerente o incoerente, quanto percorrere le sottili linee di confine fra le cose, lì dove posso continuare ad osservare, con-prendere, e perché no anche a sognare.
Del resto sono un funambulo e tra gli opposti si snoda (ortogonale) la mia fune, Non è facile l’equilibrio senza un impercettibile ma continuo movimento: equilibrio ed emozioni comportano percezione e abbandono, talvolta il giusto controllo.
In questa tensione mi limito ad evocare e provocare, lasciando la parola alle immagini, le immagini al racconto e il racconto all’immaginario; tra tesi e antitesi preferisco le ipotesi, necessario rimando alle non-finite risposte possibili.
Tesi e antitesi: tutto è casuale/nulla è casuale?
È lo spazio fra le cose che mi intriga … e così con ironica coerente incoerenza - e non senza giochi di parole – emotivamente lascio alle mani (ma anche al pensiero) piena libertà di azione.
Gioielli in Gioco, sono dunque un Artigiano, un Artista, o un Designer?
Provocatoriamente mi piace rispondere con un io sono ‘diversamente abile’, come lo siamo tutti nella nostra unicità: Soggettivamente Artefice, come oggettivamente strumento di un destino che posso solo accompagnare.
Dal 1982 Foll'orafo per caso. Filosofo dal 1957 perché è dalla nascita che ha origine il pensiero. Solo dal 2010 mi son ‘promosso’ Funambulo, prima la fune non era ancora ben tesa!)
...E raggiunta l'età della pensione oserei premiarmi alla carriera anche solo per essere giunto fin qui: meglio un cono anzichè la solita coppetta!
Federico Vianello
Una gioia per gli occhi e la mente... Ciao da Maria Elena!